mercoledì 15 giugno 2011

Giochi di ruolo (ovvero: la gente fa schifo, ma dipende)

E vai, che ci si cambia di ruolo, tu vieni al mio angolo che adesso tocca a me stare un po’ nel tuo.

Perché insomma va bene, referendum passati, ennesimo sberlone rifilato all’impresentabile cialtrone di Arcore, grande festa, evviva evviva (e sia detto senza ironia). E però, una cosa risulta francamente insopportabile. Con parecchi di quelli che adesso si sbracciano e sventolano ed esultano per “la svolta” e addirittura “sono orgoglioso di essere italiano”, ecco, sono gli stessi che fino a un mesetto fa  “che schifo gli italiani” e un popolo di pecore e “che Paese di merda” e via nauseandosi e insomma, che morissero tutti, questi stronzi che votano diversamente da come voto io.

Adesso non più.
Adesso chi prima era una sorta di decerebrato privo di qualunque coscienza civile e obnubilato dal Grande Fratello è improvvisamente ritornato ad esser degno d’esistere.

E dall’altra parte, a destra, è la stessa cosa, solo uguale e contraria. Che per anni ci hanno tormentato con “il popolo” e “l’importante è come si esprimono gli elettori” e ancora “i radical chic che snobbano il sentimento popolare” e “viva la cultura del rutto abbasso la cultura de sinistra”, e poi guarda un po’ che adesso il popolo è diventato - stavolta per loro - una mandria facilmente condizionabile e si son fatti turlupinare e han voltato le spalle a Berlusconi per colpa dell’aggressione mediatica e sui referendum “ha vinto la paura”. E via così.

E per concludere: che pena quelli che la gente è intelligente e informata e degna di rispetto ma soltanto quando la pensa come me.
Fanculo.
Non vi sopporto.

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