Perché poche balle: Vecchioni ha partecipato al festival esattamente per lo stesso motivo di Al Bano e Anna Oxa e la Zanicchi ai suoi tempi. Legittimo, intendiamoci. Ma la retorica del compagno-oltre-le-linee-nemiche suona del tutto fuori luogo. Alla fine ha vinto Sanremo, questa è la verità. Ha talmente vinto che anche chi un tempo lo disprezzava, ora se la/ce la racconta.
E poi vi prego, Vecchioni speranza culturale della sinistra no.
Che non so se qualcuno l’ha visto l’altra notte in tivù.
«Perché dentro di sé bisogna unire il grande e il bambino».
«E c’è amore e amore».
«E gli adolescenti hanno dei momenti di raptus che non sanno controllare».
«Perché c’è una cosa che mi ha sempre salvato nelle avversità, è la comprensione del bello».
«E poi l’amore per la cultura».
«E anche per le donne, che sono molto meglio degli uomini».
«Perché la morte è l’altra metà della vita».
«E quello che non mi piace della morte non è tanto morire ma perdere quello che c’è nella vita».
«Perché sì, io mi sento un intellettuale».
E Marzullo:
«Ma come parla bene, professor Vecchioni».
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