Perché in queste due settimane ho visto.
Decennali appassionati dei Rolling che da sempre s’esaltano per la loro vita spericolata e di recente hanno ululato di piacere leggendo di quante ne ha fatte e quante ne ha pippate Keith Richards e ai tempi si davano di gomito quando Bill Wyman sposò la quindicenne e che però adesso si mostrano «profondamente scandalizzati» - così mi ha detto, «sono profondamente scandalizzato» - per le serate del premier.
E d’altro canto cattolici tutti comunione e perbenismo e «questo non si fa» e «quest’altro nemmeno» e però stavolta far spallucce, «ma tanto non è vero niente, figurati! e se anche è vero sono fatti suoi, privati, di Silvio», e regolarmente va a finire che - pensa te - la colpa è di quelle svergognate che «si approfittano della generosità del Cavaliere».
E l’assistente di uno stilista che non si perde un festino ch’è uno e durante la settimana della moda dorme un’ora per notte e poi lo vedi magari il giorno dopo con due borse così sotto gli occhi e lui ti guarda e sogghigna e agita la mano scuotendo la testa «cioè, non puoi capire ieri sera...», e però adesso eccolo che recupera da chissà dove l’espressione indignata ed è tutto un «ma che schifo Berlusconi! ma è una cosa mai vista!» eccetera eccetera (e anche Armani, che «provo un leggero senso di orrore»).
E poi la simpatizzante di destra che negli anni scorsi era tutto un urlo non solo contro il burqa ma persino contro il velo a coprire i capelli, e non c’era verso di instillarle alcun dubbio sul fatto che il problema non è così semplice, e lei a sbraitare che no, anche quelle a cui non viene imposto con la violenza fisica sono comunque culturalmente violentate nell’anima, e «il rispetto della dignità femminile», e «la tradizione islamica che le rende schiave inconsapevoli», e adesso invece le tiri fuori ‘sto puttanaio e le ragazze a far la fila per sculettare un po’ di bunga-bunga e le ricordi quei ragionamenti sulla dignità femminile e le schiave inconsapevoli, e lei a cambiar discorso o rifugiarsi in corner nel consueto «ma cosa c’entra?».
E progressisti che s’esaltavano per Luxuria in Parlamento, e quando si parlava delle sue passate esperienze di prostituzione - scelta e non imposta - s’incazzavano di brutto, «è una parlamentare, sì, e allora? son fatti suoi quello che ha fatto e fa a casa sua, no?», e adesso però si schifano per le seratacce del trio Silvio-Lele-Emilio e ne dicono di ogni su quelle ragazze dall’indecente condotta.
E conservatori che sbraitavano contro Luxuria in Parlamento, e di fronte a quelli che obiettavano di giudicarla per quello che faceva non a casa sua ma in aula, indossavano l’espressione sdegnata «e insomma, addirittura in Parlamento, che scandalo, e poi paghiamo noi», e ora invece son tutti lì a invocare la privacy, «ma Silvio a casa sua può fare quello che vuole, no?», e se gli fai notare che le sue signorine diventano parlamentari o consiglieri regionali, ecco, si girano dall’altra parte.
E musicisti che durante gli anni d’oro hanno scopato l’impossibile e cornificato compagne con cadenze compulsive e anche loro son tutti scandalizzati, «ma che vergogna! e chissenefrega se non è un reato, è comunque uno schifo! e aveva ragione la moglie» e via così.
E filo-leghisti che ogni volta son lì a rompere i coglioni perché bisogna indagare di più e mandare più uomini «e chissenefrega se quei negri sono povericristi, devono levarsi dai coglioni», e adesso ecco che se la prendono – un po’ sottovoce, per la verità – con i mezzi spropositati usati dai magistrati contro Berlusconi «perché si sa che ce l’hanno con lui» (loro invece sì, che sono equilibrati e lottano perché si affermi un vero stato di diritto).
E ancora: avvocatesse in carriera che hanno più gomma in corpo loro che l’omino Michelin mostrarsi inorridite, «ma queste ragazze, ma come si conciano? ma le hai viste? ma che volgari...».
E anche capiufficio da cinquanta e oltre che le sottoposte evitano accuratamente di trovarsi sole con loro per via delle continue e imbarazzanti avancés e allusioni, e adesso ridacchiano sul Berlusca satiro, «ma che figura, dài… ma perché non si controlla?».
Ed ecco, quello che vorrei dire è che ci vuole tutta, per uscire da questa vicenda con un’Italia perfino peggiore di quella attuale.
Ma ce la possiamo fare.
Nessun commento:
Posta un commento