martedì 4 gennaio 2011

Più galera per tutti

Notizia davvero allucinante è quella relativa alle motivazioni in base alle quali è stato arrestato quel ragazzo di Gemonio,  accusato d'aver tirato una bomba-carta contro una sede della Lega (che poi in realtà era un petardo). Motivazioni che si evincono dal documento con cui il Giudice per le indagini preliminari ne ha invece disposto l’immediata scarcerazione. E dunque, dice il giudice evidentemente sconfessando l’altro magistrato che quest'arresto ha ordinato, le manette sono scattate in base a «una mediocre delazione dettata da piaggeria e forse (forse…) non sufficientemente filtrata». Anche perché gli elementi d’accusa si basavano sul fatto che il ragazzo «ha riferito di essere impegnato in un gruppo musicale metal il cui pubblico affetta atteggiamenti anarchici o dichiara simpatie di sinistra». E, tanto per ribadire, in base a ciò un 21enne incensurato si è fatto tre giorni di galera.

Ora, l’episodio ha avuto risonanza per via delle reazioni politiche nazionali scatenate da quello che era stato presentata come un grave attentato (peraltro, il ragazzo arrestato pare sia figlio di un esponente leghista, ma tant'è). Ma, al di là delle speculazioni politiche sullo specifico caso in questione, chissà quanti di questi invece non emergono, con povericristi innocenti – magari nemmeno in grado di difendersi – che invece in cella ci restano per molto più tempo. Tanto per dare un termine di paragone, guardando ai dati diffusi dallo stesso ministero della Giustizia relativi ai procedimenti aperti per ingiusta detenzione (e dunque non contando quelli che non hanno portato a una denuncia), ecco, fra il 2003 e il 2007 sono stati complessivamente 9.557 gli arresti immotivati. Novemilacinquecentocinquantasette. Cioè, in cinque anni è stato accertato l’arresto ingiusto di quasi diecimila persone, che poi vuol dire una media di circa cinque al giorno. Cinque persone ogni giorno ingabbiate senza che ce ne fosse motivo.

Un numero che, una volta di più, evidenzia come sia assolutamente necessaria una profonda riforma delle procedure penali. Una riforma della giustizia, tanto per usare la consueta formula. E invece si resta paralizzati, fra le esigenze del presidente del Consiglio che intende questa riforma unicamente come strumento punitivo e di controllo nei confronti di una categoria che ritiene nemica, e questa stessa categoria – quella dei magistrati, per l’appunto – che troppe volte s'è dimostrata insofferente nei confronti di un cambiamento sistemico, nonostante sia evidente che proprio il sistema funziona malamente. 
E poi certo, intendiamoci, ci sarebbe anche da approfondire in ogni direzione, parlando per esempio dei mezzi insufficienti a disposizione delle Procure (UPDATE: ecco, per l'appunto, l'ultima denuncia dell'Anm) e della necessaria ridefinizione dei distretti giudiziari, ma richiederebbe troppo spazio.

Non c’entra molto, ma a fronte di questa situazione vien da ricordare che nel 2010 sono stati 66 i suicidi nelle carceri, secondo i dati ufficiali. E stando al rapporto dell’associazione Antigone, nei 206 istituti di pena italiani sono ospitati 68.527 detenuti a fronte di 44.612 posti letto regolamentari. Ed è da tempo immemorabile che il governo ha promesso la messa a punto di un piano carceri, anche con punte di involontaria comicità.

Poi ditemi se questo è un Paese civile.

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