E dunque, per tornare alla legge sul fine vita: questi possono anche truccarla alla bell’e meglio, ma la realtà è che – in linea con la peggior tradizione dell’estremismo cattolico - vogliono semplicemente scipparci l’autodeterminazione sulla nostra stessa esistenza. Imponendo che le ultime volontà siano – come dire? – indirizzate non dal soggetto in questione, e nemmeno da un suo parente o da un suo amico – che si comporterebbero comunque sulla base dell’esplicita volontà del malato, naturalmente. Ma da un medico (è una semplificazione, questa, ma neanche poi tanto). Uno con cui, magari, si hanno rapporti poco più che formali – e hai voglia anche a spingere sul luogo comune che «il medico di famiglia è persona intima della famiglia stessa», che forse accadeva una cinquantina d’anni fa, e comunque anche se fosse c’entra nulla.
Una legge, questa, che prima o poi porterebbe tra l’altro a un prevedibile e paradossale risultato: coloro che non intendono in nessun caso sospendere le cure potranno giustamente far valere le proprie convinzioni, mentre chi sceglie d’interrompere una terapia considerata accanimento terapeutico invece no, potrà farlo più o meno clandestinamente e soltanto se il suo dottore è d’accordo. Ragion per cui, si assisterà a una ricerca del medico compiacente, fin quando lo si trova. E, visti i tempi, questa disponibilità potrà eventualmente essere compensata con moneta sonante. Una cosa tipo: «Vuoi morire in pace? Paga». Eppure, per le anime belle, sarà sempre meglio che promulgare fuor d’ipocrisia una legge degna di questo nome, che permetta alle persone di decidere del proprio destino senza condizionamenti pseudo confessionali.
E però c’è anche un’altra cosa che fa pensare. Cioè, la sinistra sbraita e si scandalizza e manifesta per questioni che, come s’è visto, spostano nulla o quasi. Non che non si debba fare, ma è sempre la solita storia: ce la si canta e ce la si balla riraccontandosi cose che già ci siamo detti migliaia di volte - «Berlusconi a casa», «Berlusconi indegno», «Berlusconi in galera» - e alla fine diventa tutta una sorta di masturbazione di gruppo (e proprio qui stava il senso di quest'altro mio post). Mentre si evita di alzare la voce su questioni che, invece, potrebbero davvero trovare sponde anche fra chi non è pregiudizialmente antiberlusconiano, e così facendo si potrebbe finalmente erodere consenso al Cavaliere. In questo senso, i cosiddetti “temi etici” possono diventare una testa d’ariete: tutti i sondaggi hanno dimostrato come anche molti elettori di centrodestra – per esempio proprio a proposito del testamento biologico - non siano d’accordo con la linea dell’attuale maggioranza schiacciata sulle posizioni del Vaticano. E, per dire, la legge in questione è stata recentemente criticata certo non da posizioni di sinistra da Galli della Loggia, e non è l'unico. Non che sia determinante, ma qualche cosa vuol dire.
E invece il centrosinistra non lo fa, non si fa sentire come dovrebbe, proprio perché anche al suo interno resistono i predicatori baciapile, vassalli della Santa Sede. Non si prende una posizione davvero forte – o la si sostiene sottovoce – perché altrimenti «i cattolici si offendono» (mentre invece, al di là degli scaldapoltrone che dei “cattolici” si sono autoproclamati paladini – leggi Casini – si sa che anche i credenti, sulla questione, non sono affatto così graniticamente d’accordo con papi e vescovi, anzi).
E’ da anni che l’attuale opposizione, Partito Democratico in primis, cerca invano di acquisire e mostrare una propria specifica identità. Che dovrebbe innanzitutto rispecchiare il tipo di società che si vorrebbe propugnare. Ecco, un primo importante passo - davvero progressista, tra l’altro - potrebbe per l’appunto essere questo: una società in cui, finalmente, la si smetta di far coincidere una non meglio identificata etica pubblica - formulaccia, questa, che viene tirata fuori solo quando fa comodo - con le fisime vaticane, certo rispettabili ma che non possono più essere imposte per legge. E, più in generale, in cui la legge non si basi su convinzioni più o meno religiose, ma che garantisca a tutti il diritto di decidere per sé stessi.
E’ chiedere troppo?
E per quanto riguarda la paranoia anti-scientifica - e del tutto al di fuori della legge - del sempre più oscuro Comitato Nazionale di Bioetica, che vorrebbe essere un organo di consulenza governativo, da leggere questo post di Front Page sulla possibilità di "obiezione di coscienza farmacistica" nella vendita della pillola del giorno dopo e relative sciocchezze annesse.
E per quanto riguarda la paranoia anti-scientifica - e del tutto al di fuori della legge - del sempre più oscuro Comitato Nazionale di Bioetica, che vorrebbe essere un organo di consulenza governativo, da leggere questo post di Front Page sulla possibilità di "obiezione di coscienza farmacistica" nella vendita della pillola del giorno dopo e relative sciocchezze annesse.