lunedì 13 dicembre 2010

Il debito eterno

Ora, non è proprio argomento di stringente attualità, nel senso che adesso è invece il momento della pantomima sul genere fiducia sì / fiducia no, elezioni sì / elezioni no e quant’altro. E però, insomma, resta uno dei ritornelli più frequentemente recitati dal Berlusconi premier – ché invece, quando non dorme a Palazzo Chigi, l’argomento lo evita accuratamente. E, per quanto ci riguarda, anche uno dei più irritanti.

E dunque, ancora ieri l’ha ripetuta, questa storia dell’«abbiamo [nel senso che il suo governo ha] abbiamo ereditato il terzo debito pubblico del mondo», e poi via con l'elenco degli invisibili miracoli ottenuti grazie al suo governare, e per l’appunto nonostante 'sto debito pubblico ereditato. Che va bene, è anche vero che il fardello ce lo trasciniamo da decenni. Ma Berlusconi è diventato presidente del Consiglio la prima volta nel 1994, dunque 16 anni fa. Peraltro, il centrodestra di cui il Cavaliere è uomo-squadra ha governato otto anni negli ultimi dieci. Periodo durante il quale la spesa pubblica è addirittura aumentata, e il debito che grava sulle nostre capocce non è arretrato di un millimetro. 

E quanto deve ancora durare questo refrain del «debito pubblico ereditato»? Per dire, è come se all’inizio degli anni Sessanta l’avessero ancora menata con i disastri della Guerra Mondiale.

UPDATE - Come volevasi dimostrare:  «Nuovo record per il debito pubblico italiano, che nel mese di ottobre ha raggiunto i 1.867,398 miliardi di euro, contro gli 1.844 miliardi del mese di settembre. È quanto si legge nel supplemento al Bollettino di Finanza Pubblica di Bankitalia».

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