lunedì 20 dicembre 2010

Stile Gasparri

E comunque, il problema non sono tanto le consuete sparate fascistoidi di Gasparri sugli arresti preventivi e gli assassini in corteo – ché proprio non sorprendono -, quanto capire se raccolgano il favore degli elettori di Pdl e Lega, vale a dire di quella che allo stato attuale rappresenta la maggioranza dei votanti. Nel qual caso sarebbe sì grave davvero, conferma (ennesima) che i basilari concetti alla base di una concezione liberale dello Stato sono ormai del tutto dimenticati, in nome di un dibattito politico che riesce a raggiungere livelli di rozzezza degni del peggior barsport.

E tra l’altro, per quanto riguarda gli arresti preventivi, il riferimento di Gasparri all'inchiesta del '79 su Autonomia Operaia è del tutto fuori luogo, e ne dimostra la malafede o quantomeno l’ignoranza. Nel senso che, allora, i vertici di Aut Op furono arrestati perché ritenuti comunque responsabili di un reato commesso – il pm in sostanza ipotizzava che fossero il livello pensante che manovrava i brigatisti responsabili del sequestro Moro -, ipotesi di reato poi rivelatasi giuridicamente inconsistente. E dunque, nemmeno allora si arrivava a invocare l’arresto ancor prima che l’eventuale delitto fosse commesso, questo sì un mostro giuridico.

Tornando alle eventuali opinioni favorevoli alla sciocchezza-Gasparri, la prima reazione potrebbe essere quella di rinunciarci, di arrendersi di fronte all’evidenza che gran parte degli italiani si dimostra ormai del tutto assuefatta, pronta ad annuire a qualunque bestialità, o comunque a non farci caso. E invece no, è ancor di più necessario parlare, argomentare, far capire come sia una perversione politica lucidamente perseguita, quella di continuare a coltivare la frustrazione effetivamente esistente e anzi montante, alimentando e mantenendo ad arte una costante sensazione d’insicurezza su cui far leva strumentalmente. In sostanza, ci fanno vivere di merda autoeleggendosi a soluzione del presunto problema, che però non viene mai risolto proprio perché, altrimenti, perderebbe di senso la loro stessa ragione sociale.

Anche perché, quando non è più possibile nasconderla, la presa in giro emerge fragorosa. E l’opposizione, per dimostrare di essere uno schieramento politico degno di questo nome (...), dovrebbe evidenziarle con forza, queste contraddizioni. Molto più che accanendosi contro il Berlusconi puttaniere o quant’altro, strategia che - come s’è visto - non solo non paga, ma è addirittura controproducente.
Tipo, tanto per fare un esempio e restando in argomento sicurezza: adesso la Regione Veneto ha necessità di tagliare il bilancio, dunque diminuendo le spese. E che cosa succede? Succede che vengono diminuiti anche i fondi destinati proprio alla sicurezza. Ragion per cui d’improvviso il leghista Gian Paolo Gobbo – sindaco di Treviso ed erede di quello “sceriffo” Gentilini che dava delle scimmie agli immigrati e sbraitava contro i delinquenti che infestavano il nordest e voleva le ronde e tutte le stronzate di rito padano –, e insomma 'sto leghista Gobbo ora dice che «soldi non ce ne sono, in ogni caso la sicurezza non è più un’emergenza». Capito? Han conquistato le poltrone e devono far quadrare i conti e non bastano più i rutti e le bestemmie, e adesso di colpo «la sicurezza non è più un’emergenza». Dopo che per anni ce l'hanno menata - e certo torneranno a farlo quando gli farà gioco - raccontandoci di essere assediati da orde di criminali.
Ma vaccaghér.

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