Non li sopporto più, cazzo. Non sopporto più questi sempre pronti a mostrarsi sicuri che sì, loro lo sanno com’è andata «anche se cercano di nascondere la verità» (che mica si fanno fare fessi, mica). Questi Sherlock Holmes da dopocena (o James Bond, a seconda dell’argomento). Questi convinti di essere sempre e comunque dalla parte della Verità in lotta con la Menzogna, e invece si rivelano soltanto stupidi spacciatori di stronzate preconcette.
E questi detective da tazza del cesso si dividono in due grandi gruppi: quelli tutti divano e tivù, generalmente specializzati in cronaca nera (ma non solo), e gli altri invece politicamente impegnati - e qui non è questione di destra o sinistra, ché l'andazzo è bipartisan. Peraltro fra loro si odiano, i divanati e gli impegnati, senza rendersi conto di far parte della medesima risma.
Tipo, tanto per fare un esempio del primo tipo: il delitto della povera ragazzina di Avetrana, Sarah. Qui i segaioli/e da talk-show hanno dato il meglio. Prima erano sicuri che la povera ragazza fosse scappata da una famiglia inadeguata «e però io lo so, se n’è andata con uno più grande di lei». Poi è arrivata la confessione dell’assassino, e subito tutti ad annuire, «ma certo, si vedeva che era un maiale quello lì, io l’ho sempre pensato», e però «la madre non la conta giusta, ma l’hai vista? ma ti pare una reazione normale? no no, sapeva tutto». E via così, fino alla successiva: lo zio ritratta la violenza e accusa la figlia? «Ma sì, era ovvio, io non l’avevo mica bevuta quella della violenza, e poi lo sapevo che quella Sabrina c'entrava, ma qui vedrai che è coinvolta anche la moglie». Un’infinita concatenazione di cazzate, che poi restano sospese per aria tipo le polveri sottili e avvelenano le (misere) intelligenze, «ma lo sai che la tipa di Cogne, l’assassina, lo sai che è parente di Prodi?». Tutto così, una scemenza dietro l’altra, e pronunciata col tono di chi rivela una verità inconfessabile. Ricordo quell’altra storia tremenda, quella del bambino rapito e poi ucciso a calci in Emilia, Tommy, e nei tinelli d’Italia s’era diffuso questo sussurro, «ma sì, dài, lì c’entra anche il padre, c’è qualcosa che non quadra ma non lo dicono». E litigai a grida con uno di questi, «ma forse tu hai informazioni prima degli investigatori? hai delle fonti confidenziali?», e in genere ti rispondono che «sì, insomma, mi sono fatto un’idea». E dunque uno, nel farsi un’idea dal suo fottuto divano, dà del pedofilo a un altro senza un motivo degno di questo nome. Lo fa così, a cazzo.
(Ed è evidente che il successo dei programmi che su episodi del genere speculano si fonda proprio su questo meccanismo, questa perversione da portineria).
E poi, invece, ci sono i noi-sì-che-ne-sappiamo e però impegnati social-politicamente, che questo schema lo applicano a presunti complotti nazionali e internazionali. E sono convinti di essere l’avanguardia dei ben informati, questi, gli unici che cercano di diffondere la Verità in un oceano di bugie. E se la prendono con i mezzi d’informazione che nascondono e non dicono, e quando però gli chiedi dov’è che si sono fatti un’idea se non sui mezzi d’informazione ti rispondono che no, «io m’informo in rete» (come se la rete non fosse un mezzo d’informazione). Tra l’altro, proprio in Italia esiste un’offerta informativa – nel senso della carta stampata – magari qualitativamente scadente, ma che abbraccia ogni posizione politica, da una parte all’altra, e ogni avvenimento viene presentato in base ai più diversi punti di vista. E dunque se gli fai notare l’ovvio – e cioè che anche in rete si trova tutto e il suo contrario, proprio come sui giornali, solo che “in rete” il controllo sulla fondatezza è di molto minore – loro fanno spallucce, e ti guardano come se fossi tu, il fesso.
Poi è vero, è soprattutto attraverso la televisione che in Italia la stragrande maggioranza delle persone si forma la propria idea, e lì dentro il livello è infimo e la parzialità la regola. Ma questo è argomento che si rinfacciano vicendevolmente entrambi gli eserciti del bene, «ma lo vedi che schifo fa Minzolini?», «ma lo vedi tu che schifo fa Santoro?». Segno che perfino in tivù sono rappresentate – molto spesso malamente e anche dribblando l'insopportabile invadenza del potere, e siamo d’accordo – ma sono rappresentate le posizioni più diverse. Quelli che invece, magari durante la discussione del sabatosera oppure con un bel post sul blog o su Facebook, assicurano di rivelare finalmente la Verità Nascosta, ecco, in genere rivelano invece una sequela di puttanate infondate.
Ora, che il potere utilizzi anche la menzogna non è proprio una novità, peraltro è argomento di cui si discute da secoli. Ma il paradosso è che questi che loro sì che han capito come va il mondo, volendosi mostrare indipendenti rispetto alle bugie-costruite-ad-arte-dal-sistema-mediatico, si bevono le peggio cazzate messe in circolo dal meccanismo esattamente uguale e contrario. E, per dire, con sprezzo del ridicolo continuano a sostenere – chessò – che l’11 settembre se lo sono organizzato gli americani e gli ebrei, e che i grattacieli li hanno tirato giù con le bombe piazzate nei sotterranei - «che cosa dici? gli aerei? ma sì, dài, ancora ti bevi la storia degli aerei?». (Sembra incredibile, ma faccio quest’esempio apparentemente paradossale perché la tesi in questione resiste nel tempo, ne ho ridiscusso giusto l’altro giorno: e non è che quell’altro sosteneva, non so, che è stato sottovalutato qualche allarme, o che si è in qualche modo ritorto contro l’America il fatto di essersi coccolata per anni Bin Laden e soci, o ancora che dopo gli attentati il potere ha strumentalizzato la situazione, tutte cose di cui si può discutere, soprattutto quest’ultima: no no, diceva proprio che l’esplosivo l’hanno portato con i camion, «ci sono le prove», e non c’è stato verso).
In ogni caso, a scanso d’equivoci: non si vuol certo qui esaltare il sistema informativo nostrano, che ce ne sarebbe da dirne i pacchi. Soltanto esprimere l’ormai per me insopprimibile insofferenza verso quelli sempre pronti a tirar fuori dalla tasca la Verità, e però sempre e soltanto se rispecchia le convinzioni che già avevano prima.
Andate a fanculo, che ogni volta che discuto con voi mi viene un fegato così.