martedì 16 novembre 2010

Il pallone è mio, ridammelo! (ovvero: il Pd e le primarie)

Ora, va bene la discussione - per la verità a tratti surreale - su primarie sì primarie no, che si rischia la personalizzazione eccessiva, che è l'anticamera del presidenzialismo, e poi qui tanto non siamo mica in America eccetera eccetera. E però guarda che dalle parti del Pd sono ben strani. Prima s'inventano questa cosa, e la presentano come l'ultima frontiera della democrazia - ma neanche convintissimi. E invece dopo, se non riescono a mobilitare né a capire gli elettori, e soprattutto se non vince il candidato che loro ritenevano dovesse vincere, allora le primarie diventano una scemenza.
Poi dice che perdono voti.

UPDATE: dopo lo schiaffone milanese, i vertici del Pd locale si sono dimessi - e qui, in effetti, ci starebbe l'applauso, vista l'allergia della politica italica per l'assunzione di responsabilità. E poi un amico mi chiede, giustamente: ma adesso cos'è, fanno altre primarie per eleggerne di nuovi? Non è dato saperlo, anzi ovvio che no. Anche se, ripensandoci, così potrebbero riuscire a chiudere il cerchio: perdere anche contro se stessi.

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